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I Consigli di Maria e Orietta: "marmellata di Arance amare".

Aggiornamento: 9 lug 2020


La pianta di arancio amaro, meglio conosciuto come melangolo (il cui nome botanico è Citrus aurantium) fa parte della famiglia delle Rutacee ed è una pianta che si è sviluppata sopratutto in India.

Il melangolo per lo più coltivato nelle regioni meridionali della penisola Italia, così come in Spagna, conta numerosi esemplari che ornano gli orti i giardini e le colline di Gargnano: si tratta di una pianta che presenta una maggiore robustezza in confronto all'arancio dolce e, proprio per tale ragione, viene frequentemente impiegata come portainnesto per creare delle nuove varietà di agrumi e, in alcuni casi, anche per provvedere ad ibridare le varietà che sono già conosciute.

Il frutto del melangolo non si trova con grande facilità sul mercato: piuttosto, è bene ribadire come venga piuttosto frequentemente impiegato per la realizzazione di marmellate e di frutta candita, senza dimenticare come la buccia venga sfruttata per produrre diversi liquori..


La sostanza che si ricava dall'arancio amaro fa parte del genere degli alcaloidi: si tratta, in poche parole, di un elemento formato naturalmente da azoto, che permette di aumentare le attività dell'organismo umano, ma al contempo anche bruciare i grassi in eccesso.

Le arance amare sono quindi buone da mangiare e presentano al contempo anche un gran numero di risvolti in campo fitoterapico: in particolar modo in erboristeria e nella cosmesi, dove viene frequentemente impiegato l'olio essenziale che viene estratto dalla buccia del frutto, che presenta una funzione tipicamente antinfiammatoria e disinfettante, mentre la polpa viene sfruttata sopratutto con una funzione antirughe, dopo averla spalmata sia sul viso che sul collo.


 

ARANCE AMARE, LA RICETTA



Senza ombra di dubbio, la marmellata di arance amare è fra quelle maggiormente diffuse in tutto il mondo. Nel Regno unito questa particolare marmellata si caratterizzare per presentare alcuni dettagli che la rendono differente rispetto a tutte le altre marmellate (chiamate jam), per via della sua particolare preparazione.

La principale caratteristica di questa marmellata, infatti, è da ricercarsi nell'utilizzo di uno specifico tipo di arance amare, ovvero le arance di Siviglia.

Queste particolari arance si possono trovare in commercio solamente dalla prima metà di gennaio fino alla fine del mese successivo: non si possono consumare crude per via dell'eccessiva asprezza, ma una volta trasformate in marmellata sono davvero molto buone.

Le arance prodotte nelle Terre di Gargnano, hanno un'elevata qualità di gusto determinata dalle particolari condizioni climatiche che il lago e la protezione della montagna offrono agli alberi che fruttificano in modo ricco e generoso.



 

LA PREPARAZIONE

Per prima cosa, lavate per bene le arance e tagliatele a metà, quindi spremetele con uno spremiagrumi e raccogliete il succo in una casseruola. Tenete i semi da parte raccogliendoli in un sacchetto di tela. Svuotate per bene le arance con un cucchiaino raccogliendo la polpa avendo cura di separarla accuratamente bene il pane del frutto, ovvero la parte bianca. A questo punto, tagliate le bucce delle arance a striscioline e mettetele insieme al succo in una pentola antiaderente; quindi, mettete dentro anche il sacchetto con i semi, coprite il tutto con l'acqua e lasciate cuocere per 2 ore.


Rimuovete il sacchetto con la polpa di arance e schiacciatelo con un cucchiaio per farne uscire il succo in eccesso. Aggiungete lo zucchero, il succo dei 2 limoni e mescolate con un cucchiaio di legno fino a quando lo zucchero non si sarà sciolto completamente.

Portate il tutto ad ebollizione, schiumate e fate cuocere per almeno altri 5 minuti. Spegnete il fuoco, mescolate per bene per distribuire le scorze d'arancia in modo omogeneo e invasate subito, ancora calda, nei barattoli di vetro che avete sanificato, avendo cura di lasciare 1 cm di spazio dal bordo del barattolo. Avvitate bene i tappi sanificati ma senza stringere eccessivamente e lasciate raffreddare. Con il calore della marmellata si creerà il sottovuoto, che permetterà di conservare il prodotto a lungo. Una volta che i barattoli si saranno raffreddati verificate se il sottovuoto è avvenuto correttamente, cosa importante al fine della conservazione della vostra marmellata.


ALCUNI CONSIGLI


Fino a questo punto il tutto ha seguito delle semplici regole tradizionali... Facendo un passo indietro è possibile dare alla vostra marmellata un tocco di personalità in più, per meglio soddisfare il Vostro gusto personale aggiungendo alcuni passaggi "preziosi".


Basterà prendere la sola buccia di alcune 2/3 arance, levata dal frutto con un affilato pelino in modo di separarla dal pane bianco.  Una volta tagliate a strisce sottili le andremo a candire o caramellizzare in modo di ottenere delle scorzette che risultino al morso di struttura dolce e carnosa. 

Secondo preferenza potremo tagliarle ulteriormente a piccoli dadi e le andremo ad aggiungere e mescolare alla marmellata non appena terminata la cottura di quest'ultima. Infine, sempre a proprio gusto, potremo aggiungere un bicchierino di liquore; un liquore di mandarino, oppure un armagnac, che aggiungeranno alla nostra marmellata una punta di personalità, che insieme al contrasto fra la morbidezza del composto e la croccantezza  delle scorzette, ne farà un Vostro personale "capolavoro".


"Bon appetit". 




 

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