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I limoni della qualità "madernina" e le "Limonaie di Gargnano"

Aggiornamento: 6 lug 2020


La luce del fascino brilla incessantemente sul territorio del lago di Garda, tra acque limpide, scorci panoramici indimenticabili e ricchezze culturali ed enogastronomiche.

Tra queste ultime, un ruolo importantissimo spetta ai limoni, di cui il Garda fu per lunghi secoli centro fiorente e protagonista del commercio mondiale. Una tradizione che continua a vivere ancora oggi, come testimoniano le splendide antiche limonaie che si ergono imponenti lungo la litoranea orientale da Salò a Riva del Garda, e che caratterizzano in modo particolare Gargnano e Limone.


Tra le varietà autoctone di limoni del Garda troviamo il limone Madernina. Si tratta di un frutto di medie dimensioni, dalla buccia sottile e profumata e con accentuato grado di acidità. Oggi è molto usato per la produzione di liquori, marmellate e sciroppi. Deve il suo successo all’alta resistenza al freddo, che nei secoli gli ha permesso di affrontare lunghi periodi di trasporto anche in condizioni climatiche difficili. Grazie a questa caratteristica il limone Madernina giungeva integro a destinazione, soddisfacendo i committenti e facendo crescere la propria fama. E' una delle specie d’eccellenza ancora oggi visibili presso la Limonaia La Malora. 


 

La coltivazione degli agrumi sulla sponda bresciana del lago di Garda, da Salò a Limone, è documentata fin dal XV secolo, ma molto probabilmente era stata introdotta dai frati del convento di San Francesco di Gargnano, fin dal XIII secolo. Infatti nel chiostro di S. Francesco sono ancora evidenti i capitelli di limoni e di pesci del lago.

Malgrado le condizioni climatiche particolarmente miti, per rendere possibile l'agrumicoltura a questa latitudine (la più a nord del mondo), furono costruite monumentali strutture in pietra, le limonaie appunto, (costituite da alti muraglioni perimetrali su tre lati e da alti pilastri di pietra realizzati su una maglia di 4-5 metri di lato, legati tra loro da una orditura di travi) che nei mesi invernali venivano chiuse con grandi pareti mobili di legno e coperte da tetti di assi pure di legno, ugualmente smontabili. Vere e proprie serre venivano quindi fabbricate periodicamente intorno agli alberi che, essendo piantati in piena terra e sostenuti da una incastellatura lignea, raggiungevano il loro massimo sviluppo.


Le limonaie, nei rari casi di gelate , venivano riscaldate con fuochi di legna. I limoni di Gargnano così maturavano molto prima in primavera e venivano trasportati in tutta Europa specialmente alla corti di Russia e di Francia! Con l'arrivo della ferrovia e dei moderni mezzi di trasporto anche le corti del nord Europa potevano ricevere i limoni della Sicilia e così è stata distrutta l'economia e anche la tradizione, unica al mondo, delle limonaie.

Le limonaie devono essere considerate non solo come "fabbrica" isolata, ma come sistema territoriale, in cui risulta fondamentale il rapporto col giardino o con altre colture agricole, con i filari di cipressi piantati spesso a scopi di paravento o di parafrane, con la viabilità, con la rete idrica (complesse opere di raccolta e incanalamento delle acque): infatti le limonaie, perso oggi l'aspetto più propriamente produttivo, sono comunque strutture vive, testimonianze del passato, veri e propri esempi di un impianto paesaggistico ancora leggibile, monumenti che solo qui esistono e conferiscono una peculiare strutturazione visiva all'insieme paesaggistico. Oggi fortunatamente sono rimaste alcune bellissime limonaie private ancora in funzione.



La FAMIGLIA GANDOSSI e il RECUPERO della LIMONAIA

"La MALORA" in GARGNANO.


LA MALURA

La Limonaia “La Malora” (in dialetto gargnanese, “La Malura”), è un agrumeto che risale al XVI secolo, mantenuto ancora in perfetto stato di conservazione in tutti i più autentici dettagli. Il nome deriva dal rio Malora (oggi rio Molini), un ruscello che scorre a fianco della struttura e che un tempo alimentava le ruote dei mulini.

La Limonaia fu acquisita dal proprietario attuale, Giuseppe Gandossi,nel 1978 dopo un completo abbandono. Al momento dell’acquisto solo sei delle piante originali rimanevano in vita. Posta sul declivio di un poggio, riparata da una valletta, vicina alla sponda del Lago di Garda, questa Limonaia risulta una delle pochissime ancora in piena efficienza, con circa 20.000 limoni annui prodotti. Gli alberi di limone sono innestati sull’arancio amaro, più resistente alle malattie e al freddo e vengono sostenuti da una incastellatura lignea, raggiungendo così il loro massimo sviluppo, (8 metri). L’area di terreno è costituita da tre terrazze, chiamate còle, suddivise in campate (campi). 


LA COPERTURA

Le piante di limoni sono molto delicate e temono il freddo. La peculiarità delle limonaie gardesane è  quella di proteggere le piante nel periodo invernale trasformando il giardino in serra. Questa operazione, detta copertura, avviene di solito verso la metà di novembre. Alte mura in pietra delimitano in maniera permanente il lato destro e sinistro della Limonaia proteggendo i limoni  dal costente vento che soffia sul lago. Assi di abete vengono disposte orizzontalmente sulla struttura di travi in legno di castagno divenendo il tetto della serra. Finestre ed antevengono poi posizionate in verticale sulle tre facciate rivolte a lago, chiudendo completamente il giardino. Infine, ogni spiraglio e pertugio viene tappato al meglio usando una speciale paglia, in una operazione chiamata stupinatura che richiede una notevole pazienza.

Se la temperatura esterna scende a valori eccezionalmente bassi bisogna prendere precauzioni ulteriori, ad esempio accendere dei falòall’interno della serra.

Ai primi di marzo, la Limonaia viene scoperta. Assi, finestre ed ante vengono riportate nel casello ed il giardino riassume il suo aspetto estivo.


L'IRRIGAZIONE

Il sistema d’irrigazione, costituito da canaletti di pietra calcarea, è interamente a gravità. L’acqua scende dall’alto ed il giardiniere, per mezzo di opportune deviazioni, dirige il flusso verso la pianta scelta. Arrivati in corrispondenza di questa, un sacchetto di sabbia viene posizionato a bloccare il flusso, costringendo l’acqua a raggiungere la pianta per mezzo di un canale in legno. Quest’ultimo è mobile e viene spostato di pianta in pianta.

All’estremità inferiore del canaletto in legno un mazzetto di ramoscelliassicura una più gentile dispersione dell’acqua alla base della pianta, evitando che un getto concentrato porti via la terra.


Oggi è possibile visitare la Limonaia La Malora e comprendere di quanta passione, fatica e cure questo lavoro abbia necessità per produrre una qualità di limoni molto pregiata, chiamata "madernina", che grazie alla Famiglia Gandossi è possibile gustare in una varia serie di prodotti; marmellate, mostarde, limoncini e liquori di arancia amara.





Potrete trovare dettagliate informazioni sulla Limonaia La Malora all'indirizzo

 

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